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Il bonus del 55% spera già nella proroga

a Finanziaria ha creato grandi aspettative, il decreto del 19 febbraio ha dato forza agli entusiasti, la recentissima circolare n. 36/2007 ha chiarito (alcuni) dubbi. Nell'attesa, però, si sono bruciati cinque dei dodici mesi concessi per effettuare lavori che sono, in massima parte, di grande complessità e impegno economico. Al punto che ci si comincia a chiedere perché sia stato previsto un solo anno di vita per la detrazione del 55% delle spese per gli interventi di maggiore efficacia per il risparmio energetico. E a sperare nella proroga con la prossima Finanziaria.
Tanto più che ora inizia l'estate e diventa impossibile convocare assemblee condominiali per sostituire caldaie o mettere cappotti all'edificio. Per non parlare del fatto che le spese, per essere detraibili, devono essere effettuate - e non solo programmate - entro il 31 dicembre 2007.
Questo spiega anche perché finora, nonostante il forte appeal fiscale, siano solo poco più di mille le comunicazioni inviate all'Enea per sfruttare l'agevolazione.
Eppure l'interesse è innegabile: si tratta di detrarre dalle imposte sui redditi il 55% delle spese sostenute, con tetti diversificati a seconda degli interventi e in soli tre anni (a differenza dei dieci previsti per lo sconto del 36% sui lavori di recupero edilizio). E anche il rischio dell'incapienza, della detrazione rispetto alle imposte pagate nell'anno è stato risolto dalla circolare 36/2007 delle Entrate, che ha chiarito come le spese possano essere sostenute anche dai familiari conviventi.
Inoltre, in base alle ricerche condotte da Harley & Dikkinson, la chiave di volta dell'impegno dei condomini sul fronte del risparmio energetico sembra essere proprio negli incentivi. Anche se solo un terzo degli amministratori interpellati dichiara di avere oltre i due terzi dei condominii amministrati con una situazione ideale. Gli altri segnalano percentuali molto più basse. E addirittura preoccupante è che il 28% dei professionisti indichi che soltanto meno del 20% degli stabili amministrati rientra nei criteri indicati.
Harley & Dikkinson ha interpellato i professionisti anche sulla percezione che i condomini hanno del problema dell'efficienza energetica. È emerso che solo l'11% dei condomini lo giudica poco rilevante, mentre per il 40% (in prevalenza al Sud) è «molto rilevante» e per il 27% (in prevalenza al Nord) addirittura «assolutamente rilevante».
L'agevolazione, comunque, non si rivolge solo ai condominii ma anche ai privati, compresi professionisti, imprese e società. Ed è anche possibile abbinarla a quella del 36% sui lavori di recupero edilizio, quando questi non siano collegati agli interventi sul risparmio energetico, ma vengano svolti in parallelo. Del resto è anche possibile utilizzare il 36% per opere di risparmio energetico che non rispondano ai requisiti molto severi richiesti per ottenere il 55 per cento. Inoltre, l'Iva è agevolata con l'aliquota del 10%, anche se infissi e caldaie sono nell'elenco dei "beni significativi", per i quali si applica l'Iva al 20% per la parte del loro costo che supera metà della fattura. Lo Stato, insomma, si è mosso con molto impegno per favorire questa scelta. Ma anche Regioni e Comuni hanno offerto incentivi per i pannelli solari e in qualche caso hanno definito i contenuti della certificazione energetica. Il quadro, insomma, è ancora un po' confuso, perché la percezione della necessità di intervenire seriamente sui consumi d'energia non è ancora diffusa come dovrebbe. Ma questo è anche dovuto all'oggettiva difficoltà di misurarsi con norme sempre più tecniche e adempimenti sempre più complessi.

fonte: il Sole 24 Ore